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Chiese a Cologno Monzese
CHIESA ANTICA DI SAN MARCO E GREGORIO
La chiesa di Cologno compare in una carta dell’anno 803 con il titolo di San Nazaro. L’attuale edificio è di epoca secentesca ed è stato costruito inglobando la precedente chiesa medioevale che dipendeva dalla Pieve di San Giuliano, chiesa matrice e battesimale sotto la quale gravitavano tutte le chiese vicine. Entrambi gli edifici erano situati sui terreni di proprietà del Monastero di Sant’Ambrogio, acquistati nel 1600 circa dagli eredi Besozzi. L’edificio presenta una pianta longitudinale a forma irregolare ad unica navata con transetto e abside. Alle spalle dell’abside, nell’attuale giardino, esisteva un antico cimitero poi soppresso per la costruzione dell’attuale chiesa. Il 23 gennaio 1572, San Carlo durante una visita pastorale, visitò la Pieve di San Giuliano e le chiese a lei collegate, tra cui Cologno e Vimodrone. Il 28 giugno 1578 la chiesa SS. Marco e Gregorio viene eretta a Parrocchia.
Subì diverse modifiche, ampliamenti e rifacimenti. “Tra il 1720 e il 1727 furono costruite le cappelle laterali grazie ad una donazione dei Besozzi;” [25] don Pietro Giudici tra il 1896 e il 1898 fece ampliare di alcuni metri la navata, rifare la facciata e ristrutturare l’intero edificio. Nel 1920 viene alzato il campanile che verrà nel 1970 demolito in parte perché pericolante. Nel 1977 la Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia riconobbe il valore culturale dell’edificio e ne vietò la demolizione. Mentre l’esterno della chiesa è stato restaurato da diversi anni, il restauro interno è terminato nel 2006. L’edificio non più adibito a culto è ora utilizzato dalla parrocchia per mostre, incontri, convegni e concerti.
Il 3 novembre 1968 il Cardinale Giovanni Colombo benedice la prima pietra per la costruzione della nuova e attuale chiesa e del complesso parrocchiale.
CHIESA DI SAN MAURIZIO AL LAMBRO
Chiesa di San Maurizio al Lambro
Nel 1905 iniziarono i lavori di costruzione della nuova chiesa parrocchiale, che fu consacrata un anno dopo nel giorno della “Madonna della Neve”. I lavori terminano nel 1907 con la costruzione del Campanile e la posa in opera delle campane. Nel 1933 viene riconosciuta civilmente la Parrocchia di San Maurizio al Lambro.
Nel 1939 fu ampliata la chiesa alle dimensioni attuali e nel 1950 fu sostituito il vecchio altare di legno. In occasione dell’Anno Santo 1983 c’è un primo rinnovamento della parte interna, vengono realizzate sotto la direzione di Aldo Giaretta di Vicenza varie sculture e l’Altare in due blocchi di pietra di Vicenza con la raffigurazione in rilievo dell’ultima cena. Nell’Ambone anch’esso in marmo spicca la figura di Cristo che si erge sulla 'barca della Chiesa’. L’affresco collocato nel catino alle spalle dell’altare è opera del pittore veneto Bepi Manolo.
San Maurizio al Lambro il cui nome d’origine era Albairate, diventato poi Malnido in seguito ad un’affermazione del Barbarossa. L’imperatore, accampandosi in Albairate, lungo le rive del fiume Lambro, fu sorpreso dalle acque del fiume in piena riportando perdite di armi e vettovaglie, e si narra esclamasse “meglio allontanarsi da questo Malnido, ha provocato più danni il suo fiume che una battaglia”. Il paese sorge intorno alla Chiesetta di Malnido costruita nel 1743 e circondata da corti e cascine molto attive. “Dal 'registro di stato d’anime’ della Parrocchia SS: Marco e Gregorio in Cologno risulta che, nel 1834, alla cascina Malnido risiedevano 18 famiglie [...]. Considerando una media di otto componenti per famiglia si può dedurre che a quell’epoca gli abitanti di Malnido si aggirassero attorno ai 150 (Cologno aveva allora una popolazione di 1356 abitanti)” [28].
E’ del 1866 l’aggregazione a Cologno Monzese delle due frazioni di Malnido e Bettolino Freddo che facevano parte di Moncucco. La popolazione agli inizi del '900 salì a circa 400 abitanti e nel 1922 la parrocchia di malnido arrivò a 888 abitanti.
Nel 1905 iniziano i lavori della nuova Chiesa che verrà poi ampliata nel 1939 alle attuali dimensioni. Nel 1911 vengono istituiti gli oratori e nascono i circoli ricreativi: nel 1913 il Circolo Vinicolo Cavour poi soppresso dal fascismo e nel 1914 il Circolo Vinicolo Cattolico. Nel 1914 viene costruita la vecchia scuola di via Toti e nel 1927 l’Asilo infantile parrocchiale.
Malnido mutò l'equivoca denominazione assumendo appunto il nome di San Maurizio al Lambro, questo grazie a don Luigi Tagliabue che presentò nel 1929 un’istanza alle autorità competenti, “lo stesso anno il Podestà e il Presidente della Provincia di Milano ne diedero parere favorevole e il 18 febbraio 1930 venne emanato il Decreto Regio, firmato da Vittorio Emanuele III e da Benito Mussolini”. [29]
Nel 1946 si costituiscono in Cooperativa il Circolo Famigliare e il Circolo Cattolico.
Nell’aprile del 1950 nasce in via Cesare Battisti il primo cinematografo pubblico denominato “X Cine” con una capacità di 308 posti, nel 1961 viene rinominato “Cinema Corallo” dopo essere stato rimodernato e ampliato. Chiude alla fine degli anni ’70 per scarsa affluenza di spettatori.
“La popolazione di San Maurizio che, già nel sopraccitato censimento del 1922 contava 888 abitanti, passò a 1430 abitanti con il censimento del 1931, arrivando a 1800 abitanti il 1° luglio 1946. Fra gli anni “caldi” del 1950/1960 raggiunse i 4580 abitanti fino ad arrivare a 7097 abitanti con i dati statistici dell’agosto 1988” [30].
San Maurizio al Lambro da ridente agglomerato sulle rive del Lambro, divenne tristemente famoso in passato per la discarica delle acciaierie Falck di Sesto San Giovanni, estesa per 300.000 metri quadrati ad ovest del fiume Lambro e precisamente nei pressi di San Maurizio.
“Le Acciaierie Falck fecero costruire un ponticello di legno, chiamato “puntesela”, per permettere agli operai che abitavano al di là del Lambro di raggiungere gli stabilimenti”. [31] Sostituito poi nel 1933 con un nuovo ponte in ferro costruito un po’ più a valle.
Nel 1987 con la firma di una convenzione furono definitivamente sospesi gli scarichi nell’area di San Maurizio e la zona fu piantumata e cosparsa di terreno, dando così origine al Parco dell'area Falk.
PIEVE DI SAN GIULIANO
L’influenza dei dominatori longobardi è rintracciabile anche nell’antica pieve di San Giuliano, che reca sulla facciata un’iscrizione che fa risalire la costruzione alla Regina dei Longobardi, Teodolinda, anche se la struttura della chiesa è di stile romanico e non gotico. Le origini cristiane di Cologno mettono in luce che la romana “colonia” è diventata, per la sua importanza, una pieve cristiana nell’alto medioevo, e, molto probabilmente, l’evangelizzazione cristiana è perfino precedente a quella della basilica di San Giovanni in Monza cui la pieve di San Giuliano fu sempre saldamente legata, nonostante l’una fosse di rito ambrosiano e l’altra di rito romano. Difatti la pieve di San Giuliano, fu sempre proclamata “matrice” di tutte le altre chiese delle vicinanze.
Testo scolpito sulla lapide posta sopra il portale d’ingresso alla Pieve:
“Templum hoc Sancto Juliano martyri a pietate Teodolinda e Longobardorum reginae ANNO D I C conditum ab excidio bellico VIX defensum restauratum ANNO MDC digitate olim vetustate nun insigne.
Questo tempio (dedicato) a San Giuliano martire dalla devozione di Teodolinda regina dei Longobardi (fu) fondato nell’anno DIC (599) (e) a stento protetto dalla distruzione bellica. Insigne un tempo per dignità, ora per vetustà, (fu) restaurato nella anno MDC (1600)”. All’ingresso della chiesa sono poste due splendide acquasantiere, una con al centro un Angelo e l’altra il Buon Pastore. Nella navata centrale vi sono affreschi settecenteschi raffiguranti: gli evangelisti (Matteo, Marco, Luca, Giovanni), i Padri della Chiesa (Gregorio, Ambrogio, Gerolamo e Agostino).
Alle spalle dell’altare è esposta una grande tela (180 x 250) raffigurante una copia dell’Incoronazione di spine del Tiziano.
Le Pievi erano centri di aggregazione comunitaria, erano collocate in luoghi centrali, lungo le vie di traffico e sedi commerciali, rappresentavano un importante ordinamento politico e religioso, avevano un pubblico consiglio e riconoscevano il potere spirituale all’Arcivescovo ed il potere temporale all’organizzazione dei comuni, delle corti (Monza) e del Ducato di Milano.
Il sistema delle Pievi perdurò per tutto il Medioevo ed oltre; difatti il contado di Milano tra il X e il XII sec. contava 11 Pievi. Tra queste la Pieve di San Giuliano da cui dipendevano le comunità di: Tenebianco (presso Sesto), Sesto San Giovanni, Vimodrone, Albairate (S. Maurizio), S. Cristoforo, Baragiola, Colonium aut Colonia Castrum (Cologno Monzese).
CHIESA DI SAN GIUSEPPE
ORATORIO SAN MARCO E GREGORIO
Corso Roma, 34 Cologno Monzese - Tel. 02.27302693
Apertura ordinaria tutti i giorni dalle 15 alle 19. La sera, solo per attività, fino alle ore 24.00.
ORATORIO SAN GIULIANO
P.zza San Matteo 13 20093 Cologno Monzese (Mi) - Tel/Fax 02.2531082
Quando è aperto l'oratorio? Tutti i giorni dalle 15:00
email: oratorio@parrocchiasangiuliano.it
ORATORIO SAN GIUSEPPE
Via Milano, 99 20093 COLOGNO MONZESE (MI) - Tel. 022545182
Ulteriori quattro Oratori ancora esistenti:
Chiesetta Oratorio di Malnido, l’Oratorio di Santa Maria della Fracchia, l'Oratorio della Beata Vergine Assunta e L'Oratorio di Santa Maria della Rosa (vedi anche Le Ville Cascina).
Chiesetta Oratorio di Malnido
Nulla è rimasto della Chiesetta Oratorio dedicata a San Giovanni Battista, costruita nel 1743 dai canonici di Monza che erano proprietari in Malnido. Adibita al culto fino al 1929, vi si trovava un prezioso quadro di fine Ottocento raffigurante la Sacra Famiglia e chiamato “Madonna della Neve”; il quadro attualmente si trova nell’attuale chiesa parrocchiale. E’ appunto attorno a questa chiesetta che inizia la vita di Malnido.
Chiesetta Oratorio di Santa Maria della Fracchia
Dal libro di Gabriella Rossetti si apprende che l’origine storica della chiesetta risale all’antico villaggio medioevale di Sertole. All’interno troviamo una splendida Madonna col Bambino posta sopra l’altare, che presenta numerose affinità con i dipinti di Bernardino Luini.
La piccola cappella di Santa Maria della Fracchia è confinante con la cascina di Santa Maria e, secondo l’arch.Ferrario Mezzadri Elisabetta[26], l’edificio sacro è probabilmente da considerarsi la cappella del Monastero femminile soppresso da S. Carlo.
Oratorio della Beata Vergine Assunta
“L’oratorio di Cavarossa è anche citato negli atti della Visita Pastorale effettuata nel 1572 dal cardinale Carlo Borromeo a San Giuliano. Il prelato dettò infatti le sue disposizioni per l’oratorio della cascina dedicato all’ "Assunzione della gloriosa Vergine Maria". Si tratta della più antica attestazione rinvenuta dell’edificio sacro e, per estensione, dell’intero complesso antecedente al 1572. [...] La dettagliata relazione stesa durante la Visita pastorale del 1572 fa pure riferimento alla pala d’altare raffigurante l’Assunzione della Vergine circondata dai dodici apostoli ed al patronato dell’edificio sacro nella persona di Gaspare Alfieri, proprietario dell’intero compresso. Del più antico oratorio dell’Assunta non rimane traccia, probabilmente sostituito nel 1661 dall’attuale edificio sacro che ne ha peraltro mantenuta l’intitolazione. L’oratorio presenta un impianto planivolumetrico di estremo rigore, in linea con le disposizioni dettate da San Carlo. A navata unica l’interno è costituito da un’aula quadrata coperta da una volta a crociera e da un presbiterio rettangolare separati da una balaustra di marmo rosa. Nello stesso materiale è la cornice dell’àncona posta sopra l’altare ligneo. Il soggetto, un’Assunta tra i santi Carlo e Teresa non corrisponde a quello indicato nella Visita pastorale del 1572. Nel 1661 si provvide quindi, insieme alla riedificazione dell’oratorio, a corredarlo di una nuova immagine sacra. La papa barocca, di pregevole fattura, è in buono stato di conservazione. Da sud si accede alla piccola sagrestia dell’oratorio che volge la facciata a ponente conclusa da un frontone ripreso nel coronamento dell’ingresso chiuso da una bella porta lignea”.
Oratorio di Santa Maria della Rosa
Edificato nel 1672 faceva parte della Villa con Cascina situata in località Metallino sulle sponde del Naviglio Martesana.
Fonte comune di Cologno Monzese